Scrittore
russo. Nato e cresciuto nella regione del Don, ambientò in questa regione
gran parte delle sue opere, traendo spunto dalle vicende storiche del popolo
cosacco col quale visse e condivise gli anni della guerra civile. Importante
esempio è il libro
I racconti del Don (1926), raccolta ambientata
negli anni della guerra civile nella quale fornì un ritratto umano,
storico e sociale dei Cosacchi, protagonisti anche del romanzo
Il placido Don
(1928-40). Quest'ultimo, pubblicato in quattro parti, è un'epopea dei
Cosacchi nel periodo della prima guerra mondiale e della guerra civile ed
è considerato l'opera fondamentale del realismo socialista sovietico.
Š. si accostò alla letteratura nel 1923, collaborando ad
alcune pubblicazioni del Komsomol (Unione della gioventù comunista).
Delle opere seguenti, solo il romanzo
Terra vergine dissodata è
ispirato direttamente alla vita cosacca, ma certamente la scelta stilistica e il
modo di affrontare la tematica sociale anche in altri scritti ebbero come punto
di riferimento l'esperienza diretta e la conoscenza profonda di un popolo.
Durante la seconda guerra mondiale fu corrispondente dal fronte e redasse una
serie di articoli pubblicati su diversi giornali tra il 1943 e il 1954 e in
seguito raccolti nel volume
Hanno combattuto per la patria (1959).
Ricordiamo anche
Il destino di un uomo (1956-1967), dedicato ai problemi
sociali del dopoguerra. Eletto deputato al Soviet supremo nel 1936, dal 1949
fece parte dell'Accademia delle scienze dell'Unione Sovietica. Nel 1965 fu
insignito del premio Nobel per la letteratura (Kružlin, Rostov sul Don
1905-1984).